Janira

Janira di preghiere lontane

Janira che sogna il mare.

Janira di notte sulla strada

Janira che se n’è andata. 

 

E’ una via scura 

il palcoscenico della sera.

Luci gialle di lampioni

sul fuoco acre dei cartoni.

 

Sono macchine in fila

gli abitacoli del piacere.

Pochi soldi tra le mani

il prezzo caro del domani.

 

E’Africa fiera

la tua pelle nera.

Notti straniere da cancellare

gli orgasmi venduti senza parlare.

 

Sono mani esperte

i clienti “dell’amore”.

Respiri accaniti di vecchi vogliosi  

dietro le tue spalle stanche e sinuose.

 

Janira di preghiere lontane

Janira che sogna il mare.

Janira di notte sulla strada

Janira che se n’è andata. 

 

E’ quasi giorno

su una strada senza nome.

Luce nuova di sole

il profumo forte delle viole.

 

Sono macchine in fila

il traffico che blocca la corsia.

Qualcuno scende per vedere

tra i rifiuti bruciati una ragazza di colore.

 

E’ Africa fiera

la tua pelle nera.

Occhi spenti di una vita a ore 

chiusi per sempre senza calore.

 

Sono ricordi dolci di mamma

le tue mani giovani di donna.

Baci rosa antichi di bambina 

l’ultimo pensiero tra la notte e la mattina.

 

Janira di preghiere lontane

Janira che sogna il mare.

Janira di notte sulla strada

Janira che se n’è andata. 

 

Janira tra le stelle della sera.

Janira acqua fresca di primavera.

Janira riflesso dolce di luna.

 

Janira periferia triste che ci accomuna.

 

Foto di Gaetano Massa